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Due consigli targati Fvg

«Non è aggiornato». Me lo dice ogni giorno Monika, la mia impareggiabile collega che la mattina controlla il blog e denuncia la mia latitanza lunga, vergognosa e, per di più, reiterata. Non è indolenza (giuro!), ma cronica mancanza di tempo. E allora oggi rimedio con un consiglio di visione e uno di lettura, entrambi made in Fvg (lo sapete già: il posto più bello del mondo).

Inizio da un documentario che ancora non avevo avuto il piacere di vedere, «Un paese di primule e caserme». Guardatelo perché in quell’oretta di video ci sono la nostra storia recente di regione più militarizzata d’Europa e numerosi interrogativi. Uno per tutti il futuro delle aree militari dismesse. Della questione ne ho scritto questa settimana su Lvc dopo aver partecipato all’interessante convegno di Legambiente, «La fortezza Fvg». Caserme, casermette, campi di volo e polveriere: sono 100 i km quadrati di aree militari che la Guerra fredda ci lascia in eredità. 407 le aree dismesse. 195 quelle già trasferite dallo Stato agli Enti locali. Dunque? Opportunità o onere? La risposta dipende dalla capacità di ideare proposte. Certo. Patto di stabilità permettendo. Qualche esempio? A documentarli ci ha pensato Elisa Cozzarini che proprio nell’ambito del progetto La fortezza Fvg ha realizzato 11 videointerviste agli amministratori locali dei Comuni che nelle caserme dismesse hanno visto un’opportunità (qui il link).

E ora passo al libro, che combinazione ho letto proprio sabato dopo essere rientrata dalla suggestiva full immersion «post-militare». Si tratta di un piccolo gioiellino, «Confini blu» di Emilio Rigatti. Sono storie di lenta esplorazione, quella capace di gustare con gli occhi e con il cuore quello che il nostro straordinario territorio ci mette sotto al naso. E poi c’è il confine, vissuto, indagato e attraversato. «Questi posti sono strani, è vero, e abitati da gente particolare, diversa, vicina e lontana allo stesso tempo. Ci si può vivere così, senza mettere particolare enfasi alla cosa. Ma si può anche decidere di iniziarsi all’arte seducente di abitare i confini, di viaggiarli e attraversarli con vari mezzi. Io l’ho fatto in bici, a piedi e in Kayak. Tutti quelli che hanno questo volume tra le mani possono privarci, coi mezzi che ritengono più congeniali, sapendo che si può viaggiare anche a bordo dei libri. E se si sentono a casa loro, siano benvenuti in una terra di parole dove non ci saranno mai invasioni» (E. Rigatti).

Nella foto una veduta dall’imbocco, da Spilimbergo, della Cimpello-Sequals.

 

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