A dire molto di me sono le mie radici. Friulana, sono nata e cresciuta a Majano.
Amo scrivere e raccontare. Da sempre. Ma solo da qualche anno ho trasformato questa passione in un lavoro. Prima del giornalismo ho fatto ricerca e formazione nei settori dell’immigrazione, della questione di genere e delle politiche giovanili, lavorando con associazioni no-profit e istituzioni.
Sono stata educata alla partecipazione che è diventata dimensione naturale del mio abitare un territorio e la sua comunità. Attiva nel mondo dell’associazionismo e del volontariato, sono stata tra i fondatori di diversi sodalizi.
Leggo tanto. Di tutto. Ma sul mio comodino ci sono gli amici più cari. Pronti, per ogni evenienza, ad essere sfogliati. Kapuscinski, Terzani, Calvino e Pessoa. E poi gli americani. Kerouac (quello dei «Sotteranei»), Bukowski, i poeti della Nanda e Robert Frost. Al di là delle passioni musicali del momento (che sono parecchie), ascolto Patti Smith, David Bowie, PJ Harvey, Jimi Hendrix e i Placebo. E nella mia adolescenza sono stata irrimediabilmente infettata dal grunge, oggi sono portatrice sana di disagio.
Sono innamorata dei Balcani, della loro ingarbugliata storia, della loro cultura. Appena posso scappo a Est. Sarajevo è dove ho lasciato un pezzo di cuore (e dove ogni tanto vado a vedere come sta).
Scatto qualche foto. E mi piace — molto — la tecnologia.
Mi interesso di politica e attendo con inesausta (per molti ingenua) fiducia che in Italia il vento cambi e arrivi, per tutti, il tempo della politica buona, quella che costruisce.