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Sole. Bologna. E David Bowie

Sabato. Sole. Primavera. E a me, ieri, è venuta voglia di Bologna. In ordine sparso qualche appunto (e consiglio) da una bella giornata.

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Nota n°1. David Bowie mi ha fatto scoprire un posto bellissimoChi mi conosce sa che amo il Duca bianco, la sua musica e tutto ciò che ha rappresentato tra la fine degli anni Settanta e gli anni Novanta. Così quando ho letto che in via santa Margherita (a quattro passi da piazza maggiore) c’era una mostra fotografica su David Bowie, non c’ho pensato due volte. Tanto più che gli scatti – per la prima volta in Italia – sono quelli di Masayoshi Sukita. Per capirci, il fotografo dell’album Heroes. Le sue foto di Bowie però non finiscono lì. I due, infatti, divennero amici e reciproca fonte d’ispirazione, così Sukita ha raccontato per immagini oltre 40 anni della carriera di Bowie. La vera sorpresa però è stata la cornice della mostra: Ono arte contemporanea (nelle foto in alto). Un posto che è insieme galleria d’arte, bookshop, nonché lounge bar. All’interno di Ono c’è anche Background, un vinyl shop che acquista e rivende vinili usati, rari da collezione e le ultime novità in fatto di musica indipendente. Le mostre organizzate alla Ono sono fotografiche e riguardano in gran parte il mondo del cinema e della musica. Per visitare «Heroes» – la mostra appunto su David Bowie – c’è tempo fino al 10 maggio. Poi (dal 14 maggio al 13 giugno) sarà la volta della retrospettiva sui primi anni della carriera di Bob Dylan, attraverso l’obiettivo di Barry Feinstein, Joe Alper e Tony Frank.

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Nota n° 2. Colazione da Bianca. In rete mi ero imbattuta in questa deliziosa pasticceria dal nome curioso (nella foto a fianco). Chiaramente non ho potuto esimermi dal testarla di persona. Un bel locale, uno di quelli in cui ti aspetti di veder spuntare, da un momento all’altro, Amélie Poulain. Tavolini colorati, come anche le pareti. Un enorme mazzo di rose bianche ad accoglierti e – soprattutto – una vetrina colma di leccornie. Ho assaggiato diverse cosine, ma segnalo i dolcetti con la crema chantilly alla rosa. Buoni e particolari insieme. Piacevole, vista la giornata assolata, lo spazio esterno, sotto i portici. Un interessante punto di osservazione sociologica nel via vai cittadino. bo_santo stefano2

Nota n° 3. La basilica di Santo Stefano. Meglio conosciuta come le sette chiese, rimane il mio angolo preferito di Bologna. La piazzetta è raccolta (e ieri anche invasa da un mercatino d’antiquariato) e nella basilica si respira un’atmosfera intensa ed unica. Costruito su quello che prima era un tempio dedicato a Iside, il complesso – immaginato da San Petronio come copia del Santo Sepolcro – si articola in una serie di edifici addossati l’uno all’altro che però non raggiungono più il numero di sette. La Basilica, infatti, nei secoli notevoli rimaneggiamenti, soprattutto durante il XIX e XX. I due chiostri poi sono una meraviglia. Vale davvero la pena fare una passeggiata sin qui.

Infine. Se la Colazione da Bianca non vi è bastata o se cercate una piadina fatta con tutti i sacri crismi (o entrambe le cose) vi consiglio questo posticino qui: La tua piadina Borgonuovo.

Post scriptum. Ieri ho finalmente provato l’ebbrezza del «Nuovo trasporto viaggiatori» (nome che pare una citazione di Metropoli) e dunque per la prima volta sono salita su un Italotreno. Che dire? Mestre-Bologna in un’ora e tredici minuti. Viaggio comodo. Anche perché la prenotazione del posto era nella carrozza «cinema». Risultato? Furbissimo: la gran parte dei miei involontari compagni di viaggio ha inforcato cuffie ed auricolari per guardarsi «Scusa ma ti voglio sposare» (!!!)… così io ho goduto di una silenziosissima ora di lettura.

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