Domaljevac - 29 maggio 2014

Mondiali al via tifando Italia, ma con la Bosnia nel cuore

Dunque è giunto il grande giorno. Iniziano i mondiali e anche una persona banalmente impermeabile al calcio come me alla fine si farà contagiare dall’entusiasmo nazionale e si siederà davanti alla tv per vedere come vanno questi azzurri che abbiamo mandato in Brasile. E certo, tiferò e spasimerò, come tutti. Ma nel mio cuore non ci sarà solo l’Italia. Oggi inizia il tifo anche per la mia amatissima Bosnia che è al primo mondiale della sua breve storia nazionale. Purtroppo ci arriva in un momento difficilissimo, perché il Paese è stato messo in ginocchio dalle alluvioni che, dallo scorso 14 maggio, hanno flagellato i Balcani.

Il silenzio mediatico (l’ennesimo) su quello che è successo è vergognoso e non degno di un paese normale che sulla porta di casa ha una tragedia. Si è mosso il web, ma l’interesse per la questione sta già scemando, con l’evanescenza che spesso contraddistingue l’informazione dei social network. Oggi su Lvc esce una mia pagina interamente dedicata alla conta dei danni, grazie al filo diretto con un amico, Carlo Bernardis, che lavora per Caritas Bosnia e vive tra Sarajevo e Banja Luka. Per avere un’idea dell’accaduto vi basti sapere che sono 100 mila le case inagibili o distrutte, e che più di un milione di persone sono state colpite dalle alluvioni, 24 sono morte e oltre 50 mila sono ancora sfollate. E c’è il problema delle mine, perché 800 chilometri quadrati di campi minati sono stati alluvionati e quindi c’è il rischio che gli ordigni siano stati spostati dall’acqua in zone che invece erano state bonificate. Quasi superfluo dire che rialzarsi per la seconda volta in appena vent’anni non è semplice. Anzi.

Non è migliore la situazione in Serbia dove sono state coinvolte 39 su 120 municipalità. Le vittime accertate sono 51, mentre il totale delle persone colpite dalle alluvioni e dalle frane sono oltre un milione e mezzo, 32 mila quelle evacuate a cui si aggiungono un ampio numero di famiglie che avendo autonomamente trovato rifugio presso amici e parenti non compaiono nelle cifre ufficiali. A questo link trovate tutti i report degli operatori di Caritas italiana in Bosnia e Serbia, ma soprattutto le modalità per donare. Di seguito anche alcune foto, tutte scattate dagli operatori della caritas.

 

 

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