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Dall’alto di Udine un viaggio fotografico nel Friuli che fu

In questa giornata di sole un post leggero, un consiglio, soprattutto se siete a passeggio per Udine o se avete in programma di farlo nel fine settimana (o quando diavolo volete).

Quante volte vi è capitato di meravigliarvi nello scoprire luoghi della vostra città di cui eravate del tutto all’oscuro? A me (l’ultima volta) è successo martedì mattina quando, a Udine, il mio maestro di fotografia, Massimo Rizzi, ha portato un selezionatissimo gruppetto dei suoi allievi fino in Castello. Non foto panoramiche, niente lezioni, ma la visita al Museo friulano di fotografia che trova spazio all’ultimo piano dell’edificio.

Le fotografie provengono dalla fototeca dei Civici musei. «Sono — si legge nella mini guida curata dalla conservatrice, Cristina Donazzolo Cristante — tra quelle più significative della raccolta nata con il museo e cresciuta in sua funzione, cui si sono aggiunte foto di panorami, monumenti, avvenimenti e quant’altro si riferisce alle sfere storico-artistica ed etnografica, a formare il nucleo fondamentale della fototeca, l’Archivio Friuli».

Tre le sale. Nella prima i materiali dell’Ottocento. Nella seconda delle gigantografie introducono il visitatore in studi d’epoca, quello di Silvio Maria Buiatti (1030), di Luigi Pignat (inizi ‘900) e spiegano, attraverso alcune strumentazioni come fosse il ritratto il genere più praticato. Paesaggi, lavoro e società sono invece i tre raggruppamenti della terza ed ultima sala. Bellissime, a mio modo di vedere, le foto Brisighelli con suggestivi panorami montani, e quelle Umberto Antonelli scattate tra il 1925 e 1945 dove paesaggio e lavoro si fondono.

Visita davvero consigliatissima, questi gli orari: 9.30-12.30/15.00-18.00, chiuso il lunedì e la domenica pomeriggio.

Qui sotto una piccola gallery, la foto di noi “allievi” è stata scattata da Massimo Rizzi.

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