C’è poco da fare: è il caffè di stamattina quello che – almeno per me – ha il sapore dell’anno nuovo. Quello che si sorseggia mettendo in fila uno dietro l’altro i buoni proposito e passando in rassegna tutti gli auspici per l’anno che inizia a srotolarsi davanti a noi.
C’è un bagaglio consumato di intenzioni – mio malgrado degli “ever green” – che mi ostino a portare con me ogni 7 gennaio. Così ci proverò anche quest’anno a essere più costante, più tollerante, più flessibile, meno caotica, meno dura con chi non mi va a genio, più organizzata e meno improvvisata. E tenterò pure nel 2014 di portare a termine anche quello che “non mi piace, ma si deve fare”. E non pensate subito male: per ognuno di questi “obiettivi del millennio” (!!!), di anno in anno, ho registrato qualche miglioramento, anche se accompagnato, ovviamente ed immancabilmente, da puntuali fallimenti, ma così è la vita. Nella “to do list” 2014 c’è poi un lungo elenco di interviste e servizi che vorrei realizzare e un paio di idee più ampie e articolate da sviluppare. Voglio migliorare: scrivere di più e soprattutto meglio, così inauguro questo anno riempiendo gli ultimi scampoli di tempo libero con un corso di “scrittura creativa”. Prometto poi che leggerò – con afflato mistico e parola per parola -, tutti i manuali di fotografia che mi sono stati regalati a Natale e, soprattutto, mi eserciterò su ogni prezioso consiglio girando sempre Nikon alla mano.
Nella “wish list” invece solo pensieri collettivi. Primo su tutti il lavoro, sperando che il 2014 finalmente porti un po’ di respiro per tutti e colmi il divario pesantissimo in un mondo diviso in due, tra chi ha tutti i diritti e chi davvero non ne ha nessuno. Che sia poi l’anno in cui ci riappropriamo, ognuno, delle proprie responsabilità, che ci sia più partecipazione, più politica buona. Un anno, insomma, in cui si riconquisti la capacità di mettere in cima a tutto il bene comune. Utopia? Può darsi. Anzi, senz’altro, ma detto tra noi o ci proviamo o affondiamo.
Ovviamente non è tutto qui. Il cassetto dei sogni (che lascio sempre aperto) e lo scaffale dei progetti sono sovrapopolati, ma c’è tempo per parlarne. Di una cosa però sono certa, difenderò con le unghie e con i denti – e centimetro su centimetro – tutto quello che ho conquistato con tanta fatica. E chi spesso dice “prima o poi deve mollare” metta pure il cuore in pace: è la sola cosa che non ho intenzione di fare.
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